Due Sacche di A+
Quando ti manca il sangue, e la tua emoglobina scende sotto i valori minimi, ti senti dentro una nuvola.
I pensieri rallentano.
Il respiro accelera.
Le azioni semplici, come alzarsi in piedi, si complicano perché il mondo attorno a te sembra ovattato, senza equilibrio, un luogo ostile.
Hai voglia solo di stare sdraiata, riducendo al minimo la fatica. Perché il tuo corpo non ce la fa.
Due giorni prima di Natale avevo l’emoglobina a 6.9 e sono andata al Pronto Soccorso, dove mi hanno trasfuso due sacche di A+
Quella mattina erano state a donare per Avis più di 35 persone, ed a me sembravano tantissime; nel pomeriggio al PS, ho viste utilizzare 11 sacche oltre le mie.
Mi piacerebbe sapere quante ne sono state usate quel giorno lì in tutto l’ospedale.
Io scrivo di dono di sangue tutti i giorni, ormai da 4 anni.
Ringrazio i donatori, racconto la donazione, insomma faccio il mio lavoro raccontando Avis sui social media.
Ma essere dall’altra parte dell’ago, guardare quella sacca scura scura piena di sangue, che per te è vita, che ti entra dentro a poco a poco, sapere che senza potresti morire perché non può essere sostituito da niente altro, ti fa capire davvero l’immensa grandezza del Sistema Sangue nel nostro paese e la bellezza e universalità del pensiero di Vittorio Formentano, fondatore di AVIS.
Due sacche di A+ mi hanno rimessa in piedi.
Posso solo dire “grazie” perché è la parola giusta, perché se ogni giorno persone come me si rialzano o hanno speranza di vivere è perché ogni giorno uomini e donne donano parte di sé senza troppa pubblicità.
Un gesto normale, per chi vive in modo etico. Un miracolo, per chi ne ha bisogno.
Non diamolo per scontato, perché non lo è.
Cari amici di Avis, grazie.
Lavorare con voi è un grandissimo onore. Da oggi lo sarà ancora di più.
Elena (La Social Media qualchecosa)
Fonte: Avis Regionale Toscana