Nuove richieste per diventare donatori, così i giovani di AVIS rispondono all’emergenza
FONTE ARTICOLO: AVIS NAZIONALE (www.avis.it)
Si sono mobilitati in massa. Hanno telefonato alle varie sedi locali per informarsi e capire cosa dover fare per iniziare a donare e dare così una mano in una situazione di emergenza nazionale.
Di fronte alla diffusione del Coronavirus e alla necessità di incrementare le scorte di sangue negli ospedali italiani, i giovani di AVIS hanno risposto “presente”. Da Nord a Sud, sono stati tantissimi e giovanissimi coloro che, con estremo senso di responsabilità, hanno volontariamente scelto di farsi avanti per garantire a migliaia di pazienti le trasfusioni necessarie per curarsi.
«In particolare su Roma abbiamo ricevuto molte richieste dagli universitari fuori sede che, a causa delle restrizioni, non sono tornati a casa – spiega Melissa Galanti, coordinatrice della Consulta Nazionale Giovani AVIS – Molti erano già donatori, ma tantissimi altri hanno deciso di donare per la prima volta». E a sorprendere è l’età media: tutti di non più di 25 anni, con picchi di richiesta tra i 20 e i 22: «Significa che c’è un forte senso di responsabilità e di consapevolezza della necessità che in questo momento è accentuata dall’emergenza».
Nei pressi della sede Comunale di Roma, in via Imperia, staziona l’autoemoteca dell’Avis che, come racconta Melissa, «accoglie tutti coloro che vogliono donare il sangue. Anche qui, circa il 40% di chi viene a registrarsi è al di sotto dei 25 anni. In altre località del Lazio, come ad esempio Aprilia, invece, sono stati gli studenti maggiorenni delle scuole superiori a decidere di farsi avanti per donare il sangue».
L’obiettivo, ora, è quello di far sì che tutta questa mobilitazione giovanile si trasformi in una donazione periodica, perché «è importante che il fabbisogno venga garantito sempre. È inutile affollarsi adesso che c’è l’emergenza, per poi non donare in situazioni normali. Il sangue serve sempre e dobbiamo impegnarci per far sì che non manchi mai». Proprio per questo, anche a Roma e nel Lazio, la Consulta Giovani sta incentivando, in linea con la direttiva di AVIS Nazionale e non solo, la prenotazione della donazione: «La raccolta in questo modo sta avvenendo molto meglio – conclude – senza creare affollamenti e riuscendo a garantire la giusta attenzione a tutti. È un metodo che adotteremo anche in futuro. Ora, è importante dirottare tutta questa mobilitazione anche verso la donazione del plasma, un prodotto di cui non possiamo dimenticarci».
Ma sono anche altre le regioni italiane in cui le nuove generazioni non hanno voluto far mancare il proprio contributo. Dopo l’adesione del Coni Point Ferrara alla campagna social #distantimauniti, accolta anche dal gruppo Giovani di Avis Regionale Toscana, un’ulteriore testimonianza è arrivata anche da Cento, sempre nella provincia estense: «Stiamo registrando moltissime richieste da parte di ragazze e ragazzi per effettuare gli esami del sangue di idoneità per poter donare – spiega Irene Oppi, membro della Consulta Nazionale AVIS – Più di una giornata è stata organizzata solo per accogliere loro». Un impegno, quello verso le nuove generazioni, che durava già da prima dell’emergenza insieme alle scuole del territorio: «Avevamo appena terminato il ciclo di incontri nei vari istituti e molti studenti hanno deciso di contattarci per iniziare a donare anche dopo la chiusura delle scuole, quindi senza poter avere la giustificazione per l’eventuale assenza. Si sono fatti avanti non per saltare le lezioni, quindi, ma per dare una mano a chi aveva bisogno. Stiamo continuando a prenotare le donazioni – conclude – e la risposta è straordinaria visto che abbiamo richieste fino al 10 aprile».
Stesso discorso anche per il Sud. A Catania, ad esempio, come racconta la coordinatrice del locale gruppo giovani e membro della Consulta Nazionale di Avis, Rosy Agnello, «la risposta è stata fortissima. Tante persone ci hanno chiamato per venire a donare, incentivate anche dal fatto che la nostra sede è aperta tutti i giorni». E anche qui è stato confermato il dato di cui parlava Melissa Galanti: «Molti giovani si sono fatti avanti, ma la maggior parte di loro si è avvicinata ad Avis per la prima volta. In una settimana non saprei quantificare il numero di prelievi di idoneità alla donazione che abbiamo effettuato, segno della consapevolezza di tutti su quanto sia importante compiere questa scelta».