Raccolta plasma, numeri in crescita nel 2019. Ma il nuovo anno è iniziato con il segno –
FONTE ARTICOLO: AVIS NAZIONALE (www.avis.it)
L’emergenza sanitaria generata dal Covid-19 si è fatta sentire. Eccome. E ha colpito anche il settore trasfusionale, quello che nel 2019, in particolare per quel che riguarda la raccolta di plasma inviato alle aziende convenzionate per la produzione di medicinali plasma derivati, aveva fatto registrare numeri in costante crescita verso il raggiungimento dell’autosufficienza nazionale.
Se infatti dati ufficiali del Cns, relativi al 2019, avevano confermato un +1,4% rispetto al 2018, con oltre 858mila chili raccolti grazie all’impegno dei donatori italiani, da gennaio a maggio 2020 sull’intero territorio nazionale la flessione è stata costante. E certamente la paura e le restrizioni per contenere il contagio del Coronavirus, unite alla riorganizzazione di gran parte delle strutture sanitarie nazionali, hanno contribuito alla riduzione degli accessi nei centri trasfusionali.
Tanto per dare qualche numero, solo a gennaio e marzo si è registrato un aumento nella quantità di plasma raccolto, rispettivamente del +0,7% e del +1,6%. Poi soltanto dati in negativo con -6,5% a febbraio, -11,7% ad aprile fino addirittura al -16% registrato a maggio con la sola Sardegna e la provincia autonoma di Bolzano a invertire la tendenza. Mai come in questa fase per centrare gli obiettivi previsti dal Piano nazionale, è necessario l’impegno da parte di tutti gli attori protagonisti, dalle istituzioni alle associazioni, passando per i Centri regionali sangue e i centri trasfusionali: il distanziamento sociale e la prenotazione delle donazioni rappresenteranno ancora per molto vere e proprie nuove linee guida da seguire su scala nazionale. Riorganizzare orari e giorni di accesso negli ospedali, e nelle unità di raccolta, sarà fondamentale per garantire a tutti i donatori maggiore elasticità e possibilità di andare a donare per riuscire a raggiungere quell’autosufficienza che, soprattutto per i farmaci plasma derivati, vede ancora l’Italia dipendere da mercati esteri.
Emofilia e immunodeficienze sono solo alcune delle patologie per le quali questi medicinali rappresentano dei veri e propri salvavita, ecco perché il Programma nazionale di autosufficienza prevede che ogni regione aumenti la raccolta in base alle proprie possibilità.